sabato 10 agosto 2013

Il sogno di volare

Fin da quando ero ragazzina avevo un sogno, il sogno di volare.
So che può sembrare strano, ma penso che un po' di questo desiderio di poter volare sia nato quando ho letto un libro che ho molto amato:
Il Gabbiano Jonathan Livingston.
Riguardo a questo libro ci sono molte scuole di pensiero e credo che chiunque l'abbia letto e amato vi abbia trovato qualcosa di diverso rispetto agli altri.
Considerate che quando lo lessi la prima volta avevo otto anni, e di conseguenza non ero in grado di recepire tutti i messaggi racchiusi in questo breve romanzo; però questo meraviglioso uccello che cercava di volare in modo perfetto ha fatto si che nei miei sogni di bambina il volo diventasse qualcosa di magico e bellissimo.
In seguito ho letto altri libri di Richard Bach, e indubbiamente questo non ha fatto altro che rafforzare la mia passione per il volo.
Crescendo mia mamma ha dovuto sopportare e tentare di spegnere ogni mia incursione in tutto ciò che riguardava il volo.
Ho iniziato a passare tanto tempo con il naso all'insù, guardando le scie lasciate dagli aerei, a sedici anni volevo prendere il brevetto di pilota, poi ho iniziato a sognare il deltaplano, il paracadute e il parapendio.

Non sono mai stata una grande sportiva, anzi direi che sono abbastanza pigra, ma la meraviglia e l'invidia che provavo quando vedevo il grandissimo Patrick de Gayardon ogni volta che portava a termine una delle sue imprese, non facevano altro che aumentare questo mio desiderio di “provare a volare”.
Patrick De Gayardon e la sua tuta alare
Nel 1996 andai in vacanza con un'amica a Juan Les Pins e, lontana dell'ala protettiva della mamma, ho avuto la mia prima e fino a sei giorni fa unica, incursione nel mondo del volo (ovviamente escludendo l'aereo). 
Dal molo dell'hotel in cui soggiornavo, ogni giorno c'erano persone che provavano l'emozione del parachute ascensionnel, che altro non è che il paracadute trainato dal motoscafo.
Ho tentato di convincere la mia amica in tutti i modi e quando ho visto che non ci sarebbe stato modo di convincerla a provarlo con me ho deciso di farlo da sola.
La ricordo ancora come un'esperienza bellissima che avrei tanto voluto ripetere.

Spesso ho detto a mio marito Gianni ed alle mie amiche che mi sarebbe piaciuto provare a lanciarmi “in tandem” o con il parapendio o con il paracadute, ma per un motivo o per l'altro si rimandava sempre, dicevo sempre “un giorno lo farò”.
E quel giorno è arrivato all'improvviso la scorsa settimana, quando la mia amica Barbara mi ha chiesto se ero disposta a lanciarmi con lei con il paracadute “in tandem”.
Mio marito mi ha detto subito che era la mia grande occasione, quella che inseguivo da una vita, e che sarei stata pazza a non coglierla al volo.
E così domenica 4 agosto 2013 alle 9 siamo partiti, destinazione Cremona, presso il campo dello Sky Team Cremona dove, grazie anche alla mia amica Barbara, ho vissuto un'esperienza meravigliosa che è assolutamente impossibile descrivere.

La mia caduta libera con Davide "il Bagnino"
Come si fa a spiegare a parole ciò che si prova a volare?!?


giovedì 27 giugno 2013

La figlia sbagliata - Jeffery Deaver


Thriller psicologico, abbastanza diverso dagli altri libri di Jeffery Deaver.
Un libro che esplora i sentimenti e i legami famigliari.
Oltre alla trama che ho trovato molto interessante, un elemento trainante nella storia è l'oratoria, l'abilità dei due protagonisti di riuscire ad incantare con le parole, parole che diventano arma, un'arma molto pericolosa.
Ed è questa l'arma utilizzata dal cattivo del nostro romanzo, il cui antagonista è il padre di Megan, avvocato a cui l'eloquio non difetta certamente.
Ho molto apprezzato questo lato della storia, in quanto raramente ci si sofferma a pensare a quanto possano essere pericolose le parole e su quanto possano ferire.
Le parole lasciano cicatrici invisibili ma indelebili dentro ognuno di noi, e ciononostante spesso le usiamo in modo improprio senza preoccuparci delle conseguenze.
La cosa che non mi è piaciuta per niente di questo libro (ma può essere una pecca della traduzione) è il modo (molto) maldestro di cercare di imitare il gergo degli adolescenti (certi dialoghi mi hanno riportato alla mente alcune parodie di Fiorello!)
Infatti mi auguro che:
1) sia appunto una pecca della traduzione
2) se esistono (e sottolineo il se) ragazzi che parlano così, siano veramente pochi!
È un libro che mi è piaciuto molto, e mi sento di consigliarlo; però non ci si aspetti un romanzo alla Lincoln Rhyme, anche se suspense e colpi di scena non mancano.

mercoledì 19 giugno 2013

22/11/63 di Stephen King

Grande scrittore! (il mio giudizio: da 1 a 10 è 9½)

Premetto che di Stephen King lessi più o meno quando uscì "Christine", poi più nulla in quanto non amo il genere horror.
In seguito ho visto films tratti dai suoi libri che mi sono piaciuti, e da lì il pensiero di provare a leggere qualcosa di suo.
Quando è uscito questo, ho pensato subito "ecco l'occasione che stavo aspettando!"
Amo molto i viaggi nel tempo, ed ecco che Stephen King scrive un libro di questo genere. L'ho lasciato in standby per un bel po' prima di decidermi, sempre con il dubbio che alla fine mi avrebbe deluso.
E invece... Ho scoperto un grande scrittore!
Potranno anche non piacermi gli horror, e sicuramente non leggerò tutto ciò che ha scritto, ma ragazzi, quest'uomo sa veramente scrivere, e molto bene anche!
Le descrizioni della provincia americana degli anni '50 per certi versi mi hanno ricordato la scrittura di Truman Capote in A sangue freddo.
Di questo libro cosa posso dire? È bello, è ben scritto, la storia è veramente intrigante, i personaggi ben delineati, ci trovate la Storia (quella vera del secolo scorso), un poco (veramente poco) di horror, una storia d'amore e molto altro.
Cosa mi ha lasciato? Il desiderio di rileggerlo tra un po' di tempo, e un piccolo insegnamento: non pensare mai Se non avessi fatto... Se non avessi detto... perché in realtà non possiamo sapere cosa sarebbe stato se... Magari sarebbe stato molto peggio, magari quello che al momento ci è sembrato una catastrofe in realtà è il male minore, e forse è stato meglio così!
Il mio consiglio? Un libro assolutamente da leggere!!!

A volte ritornano...

 Eccomi di ritorno.
All'inizio dell'anno tra i buoni propositi c'era anche quello di tornare a dedicare un po' di tempo al mio blog.
Ma il tempo è poco e la fantasia latita.
Allora ho pensato che potrei pubblicare le recensioni dei libri che leggo e che mi hanno particolarmente colpito.
Del resto, avevo già iniziato lo scorso anno esprimendo la mia opinione su alcuni libri che avevo letto.
Adesso spero di riuscire ad essere un po' più costante.
Quindi inizio subito con un libro che ho letto lo scorso marzo.
Fatemi sapere se vi piace questa mia decisione!



mercoledì 2 gennaio 2013

Vi presento un amico

Uno dei buoni propositi per il nuovo anno è quello di dedicare un po' di tempo al mio blog che ho molto trascurato.
Purtroppo sono un po' a corto di idee, in quanto presa da altre cose che devono essere risolte.
Quindi ho pensato di presentarvi un amico di FB amante quanto me dei gatti, nonché bravissimo fotografo, il cui soggetto preferito, manco a dirlo, sono gli amici-mici.
Lui è Paolo E. Bianco, e visto il periodo sono ancora in tempo per mostrarvi questo scatto natalizio di Dexter e Lumen! 

Dexter e Lumen