giovedì 24 agosto 2017

Consigli di (non) lettura: L'uomo di casa di Romano De Marco

Essendo a casa con la spalla fuori uso, non ho molte cose da poter fare oltre a leggere e guardare la TV.
 Fra i libri usciti recentemente di cui ho letto delle buone recensioni vi è "L'uomo di casa" di Romano De Marco, autore a me sconosciuto ma che viene considerato il nuovo Scerbanenco (notizie trovate in rete).
Ok, perché no? È un thriller, e a me piacciono i thriller, e poi per cambiare è scritto da un italiano, magari si rivela bravo come Donato Carrisi.
Bene, come ha scritto qualcuno su anobii, se piace il minestrone... Questa è la mia recensione.
Ottima l'idea di base, purtroppo sviluppata male in un libro che si perde in un linguaggio stereotipato, utilizzato per riempire i vuoti di narrazione. I personaggi sono abbastanza prevedibili (ho capito chi fosse Lilith praticamente subito, per non parlare dell'epilogo con capitolo rivelatore che rivela l'ovvio), inoltre c'è una mescolanza di stili di cui non riesco a capacitarmi, come se l'autore fosse indeciso su come sviluppare la storia o come se fossero più persone a scriverla: un po' giallo, un po' thriller psicologico, per finire nel fumettone americano con tanto di servizi segreti! Forse sarebbe il caso che l'autore cercasse di capire quale di questi generi gli è più congeniale invece di mischiarli in un unico libro.
Personalmente non lo consiglio.